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ACCOGLIENZE REGALI

30 novembre 2010 martedì
Rinuncio alla colazione per una visita al villaggio che si sta svegliando avvolto dai toni dapprima rosati, poi infuocati e ancor poi dorati. Rifiuto gentilmente le numerose offerte di beignets de mil dalle donne lungo le vie polverose che conducono al mercato dove stanno giungendo carretti trainati da asini. Si avvicinano sorridenti i bambini a cui avevo stretto le mani il giorno prima insegnando loro vocaboli italiani e, tra un saluto e un sorriso, sosto stupita e divertita sotto l’insegna della bottega di una restauratrice e del primo cartello di segnaletica stradale all’interno di un villaggio con la scritta sbiadita: STOP Cedez le Passage.
Con Piero, l’autista Bakari e la guida Bukari giungiamo a NAMPANÀ mentre il resto del gruppo terminerà la giornata a Sokoura con il proseguimento delle cerimonie connesse al gemellaggio.
La visita anticipata, secondo il protocollo preordinato, coglie di sorpresa gli abitanti.
La manutenzione del pozzo, da noi finanziato nel 2009, non appare in ottime condizioni e dopo la delusione, seguita dall’irritazione e dalle lamentele dell’unico uomo bianco ce ne andiamo a Kari.
Kari è un villaggio dogon nel Comune di Baye con circa 1000 abitanti che si recano a prendere l’acqua al fiume Suru che dista 3 km. Il villaggio molto esteso è dotato di una piccolissima e malconcia scuola in paglia con 70 alunni che si alternano, per l’insufficienza di spazio e di materiale didattico, nell’unica aula presente.
I cinque pozzi attuali, due tradizionali e tre forages, sono inutilizzabili per l’acqua inquinata che, secondo gli abitanti, provoca cecità.
A BOGUPENY, sesto pozzo da noi finanziato, colloquiamo con lo chef del villaggio, visionando lo scavo del pozzo profondo 30 metri. Ne mancano circa altri 15 per giungere alla falda, scavando nella roccia molto tenace, con l’ausilio del compressore e della dinamite.
Gli abitanti di Bougoubadiou sono molto intraprendenti: hanno scavato per 30 metri alla ricerca dell’acqua ma hanno dovuto desistere per la presenza di roccia nel terreno. Attendono un aiuto con mezzi appropriati per ultimare lo scavo e nel frattempo si recano ad approvvigionarsi a Wela.
La luce abbagliante cede il posto al tramonto quando giungiamo a GUINEWOROKANDA.
A 56 metri di profondità si comincia a scorgere l’umidità nel settimo pozzo finanziato da Edodé.
L’atmosfera è gioiosa: gli abitanti danzano e cantano dal nostro arrivo fino alla partenza.
Ci accomiatiamo dal capo villaggio, coetaneo di mio marito, con la promessa di ritornare il giorno seguente durante l’orario di lavoro dei pozzaioli.
L’accoglienza regale ci sorprende ritornando a NAMPANÀ.
Preceduti da cavalieri, storditi da schioppi di fucile e ritmi di tamburo, procediamo avvolti dal colore del tramonto e dalla sabbia sollevata da movimenti frenetici dell’intero villaggio che danza e balla in nostro onore, in un’atmosfera nebulosa e irreale.
Scortati da quattro donne, che agitano ventagli circolari di paglia per eliminare la sabbia che ormai ricopre interamente i nostri incarnati madidi e rossastri, giungiamo al lindo* pozzo accanto al villaggio.
Ci accampiamo all’imbrunire in prossimità del pozzo, in attesa di ricongiungerci con i nostri compagni di viaggio nel momento in cui comincia la festa a un immacolato montone che ci viene omaggiato.
Vane le giustificazioni per bloccare l’esecuzione !!
Mi rattrista, rivederlo più tardi cuocere lentamente sul falò e mangiato per colazione il giorno seguente dai miei compagni di viaggio insieme a un contorno di riso, fagioli e mosche.

* Le imprecazioni della mattina sono state efficaci!
Sokoura, beignets de mil
bottega della restauratrice
STOP
Kari, interno della scuola
 
esterno della scuola
Bogoupeny, pozzo
Guineworokanda, pozzo
saluti al capo villaggio
visita al villaggio
canti e balli
villaggio
saluti
Nampanà, accoglienza dai cavalieri
scorta
ventagli
al pozzo
il lindo pozzo
 
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