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NELLO STAGNO DEL CAIMANO

(Bamako in lingua bambara significa "stagno del caimano")
15 novembre 2008 sabato
Dopo esserci riposati per qualche ora (Hôtel Hanadi - loc. Faso Kanu), ci separiamo per gran parte della giornata: Carlo e Fulvio impegnano la giornata a sbrigare faccende tecnico-burocratiche mentre Piero, Tommy e io, ci lanciamo alla scoperta di Bamako. Calda, caldissima, circa 35°C, con un traffico caotico e rumoroso, pervasa da un pungente odore di cibo e spezie e da una puzza di fogne a cielo aperto.
Infastiditi dalla calura e dall’affollamento apprezziamo il Musée National, struttura moderna e gradevole inserita in un grande e silenzioso giardino, dove trascorriamo una pausa nella caotica capitale.
All’interno del museo sono visibili tessuti, statue e maschere in legno e terracotta, manufatti in ferro e cuoio. Gli oggetti esposti, talvolta, non danno riferimento del periodo di appartenenza e sul cartellino didascalico alla voce DATE troverete scritto INCONNUE. Purtroppo la collezione in legno di maschere e pali del toguna sono principalmente recenti (XX secolo) e non riescono a soddisfare le mie aspettative.
Mi soffermo piacevolmente davanti al bel modello della moschea di Djenné, il più grande edificio di fango al mondo, e la rivedo, imponente nella piazza della cittadina così come mi apparve durante il primo viaggio effettuato in Mali con Piero e i soci di Alì2000 nel mese di febbraio di quest’anno.
La moschea, costruita nel 1907 sulle rovine di una più antica datata probabilmente intorno al XIII secolo, affascina, oltre che per le dimensioni e la struttura (dalla quale sporgono aste di legno che fungono da sostegno per assi e scale utilizzate per le riparazioni del rivestimento di fango effettuate dopo la stagione delle piogge-generalmente da giugno a ottobre-), per lo spiazzo di fronte all’edificio dove, ogni lunedì, si svolge il grandioso, animato e variopinto mercato.
E’consigliabile giungervi nel primo pomeriggio di domenica per trovare alloggio e attendere il lunedì mattina l’arrivo della chiatta che trasporta venditori e acquirenti da una sponda all’altra del fiume.
L'antica città di Djenné, dichiarata "Patrimonio dell'Umanità" dall'UNESCO, sorge infatti su un'ansa del Bani.
L’acquisto di qualche bogolan, (strisce di cotone tessute a mano, cucite assieme e decorate con fango e colori naturali) e la visita al caotico mercato, assaporando beignets de mil (miglio) spolverati di zucchero appena fritti nell’olio bollente (simili alle nostre frittelle di carnevale) vi rimarranno talmente impressi da desiderare ritornarci una seconda volta!
Ricordarsi che i problemi intestinali sono sempre in agguato. Attenersi alla regola di assaggiare cibi cucinati al momento e anche gli intestini delicati non ne risentiranno: l’esperienza, anche se non diretta, insegna!
Terminata la piacevole visita al Musée National facciamo una sosta al Grand Marché, situato nel centro della città - non aspettatevi un centro vero e proprio ma un susseguirsi di edifici fatiscenti alternati da palazzine, baracche, alberghi, banche, bancarelle disposti in maniera disordinata - per acquistare della frutta. Avocadi, manghi e banane sono buonissimi e non costituiscono alcun problema dal punto di vista igienico.
Ci concediamo una pausa in un bar-ristorante nei pressi dell’Hippodrome dove mangiamo i primi e ultimi croissants del nostro viaggio: il dominio francese ha lasciato in eredità dolci che non sono niente male e del pane simile alle baguettes francesi.
La nostra giornata di approfondimento culturale si esaurisce al Musée de Bamako: nel giardino ci accolgono sculture di animali, che rappresentano la regione, e una sirena dalla pelle e dalla folta chioma corvina molto kitsch!
Nelle due sale all’interno del museo sono esposti reperti etnografici del XX secolo, una piroga a grandezza naturale, delle cartoline ingrandite della Bamako coloniale del XIX secolo e delle fotografie della stazione ferroviaria che consiglio di osservare.
Ricongiungimento con Carlo e Fulvio all’hôtel dove ci scambiamo le informazioni-impressioni sullo svolgimento della giornata e cena all’Appaloosa. Sarà stata la gioia della recente elezione di Barack Obama a trascinarci in un locale tex-mex tra camerieri neri con cappelli da cow-boys e avvenenti ragazze dal candido incarnato?

moschea e mercato di Djenné
in attesa di clienti
venditrice di cotone
piroghe sul fiume Bani
donne al fiume
mattoni di fango
beignets de mil
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